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BIODIVERSITA'

Aspetti botanico-vegetazionali

 


Lago di Tarsia

L’elenco floristico della Riserva del Lago di Tarsia annovera nr. 720 taxa specifici e sottospecifici.

La biodiversità del sito risulta essere abbastanza ricca con specie di notevole pregio naturalistico per la presenza della Mandragora (Mandragora autumnalis Bertol.), di un notevole contingente di specie (17 specie) appartenente alla famiglia delle Orchidaceae (generi Anacamptis, Barlia, Limodorum, Epipactis, Oprhys, Orchis, Serapias, Spiranthes) e di altre specie bulbose tra cui i Narcisi (Narcissus serotinus e N. tazetta), lo Zafferanastro giallo (Sternbergia lutea), la Scilla (Urginea scilla), il Croco (Crocus biflorus), i Zafferanetti (Romulea bulbocodium e R. columnae) e il Colchico di Cupani (Colchicum cupanii). Inoltre, sono state rinvenute alcune specie di particolare interesse floristico sia per la loro rarità sia per la loro distribuzione geografica. Prima di tutto l’endemico Pigamo di Calabria (Thalictrum calabricum). Poi il Romice marittimo (Rumex maritimus L.), pianta nuova per la flora della Calabria, rara a livello nazionale e segnalata finora in poche stazioni della Sardegna e del litorale veneto-friuliano; il Myosurus minimus L. che, seppure cosmopolita, è annotata come specie rarissima da Pignatti (1982) ed è altresì una specie nuova per la Calabria. Nuova per la Calabria risulta essere anche il Panicum capillare L. E’ presente nella Riserva Eclipta prostrata (L.) L., una composita segnalata per l’Italia da Terracciano nel 1860, poi ritenuta scomparsa per quasi un secolo e nuovamente ritrovata nel 1950 da Anzalone nel Lazio (Anzalone, 1958). Secondo Pignatti (1982) questa composita è in forte espansione nelle regioni tropicali e subtropicali. Ancora due specie nuove per la Calabria: Cephalaria syriaca (una Dipsacaceae rinvenuta nei coltivi) e Cuscuta planiflora. Infine è presente un taxon critico (Gnaphalium uliginosum L. var. prostratum Huet) che è oggetto di studio. La maggioranza delle specie rientra nella forma biologica delle terofite (cespitose, reptanti, scapose, parassite) che rappresentano circa il 41% dell’intera flora della Riserva del Lago di Tarsia. Le terofite, infatti, sono piante annuali che completano il loro ciclo vitale in meno di un anno (nascita, fioritura e fruttificazione).

In questa tipologia rientrano la maggior parte delle graminaceae. Seguono, poi, le emicriptofite (reptanti, scapose, rosulate, bienni e scandenti) con circa il 32% della flora.

Altri elementi interessanti sono le geofite (radicigemmate, bulbose, rizomatose) essendo provviste di rizomi e di bulbi riescono a sopravvivere agli incendi estivi per mezzo dei loro organi sotterranei. Queste ammontano a circa al 13 % dell’intera flora e annoverano molte specie della famiglia delle Orchidiaceae (Barlia, Limodorum, Ophrys, Orchis, Serapias, Spiranthes ecc.). Il tipo corologico è definito dalla distribuzione attuale delle specie.

Gli elementi preponderanti sono, in ordine di grandezza, innanzi tutto le specie con distribuzione mediterraneea (includendo sia quelle strettamente mediterranee che quelle che hanno il baricentro orientale, occidentale o al nord e al sud del mediterraneo). Esse ammontano a circa il 29% della flora.

Le specie Eurimediterranee (ovvero quelle che hanno il loro areale centrato sulle coste del mediterraneo ma che si irradiano anche verso nord e verso est) ammontano al 25% circa. Le specie cosmopolite, soprattutto legate agli ambienti antropici, rappresentano il 7%. Infine, gli endemismi ammontano a circa il 1,7% della flora della Riserva. La lista floristica comprende alcune specie inserite nel «Libro Rosso delle piante d’Italia» (Conti et al., 1992)  tra cui alcune specie della famiglia delle Orchidaceae come Serapias parviflora inclusa nelle specie vulnerabili e il Ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (Sibth. & Sm.) Neilr.) inserito come specie ad altissimo rischio di estinzione.
 
 
Foce del Crati

La flora della Riserva della Foce del Fiume Crati ammonta a nr. 479 taxa specifici e sottospecifici.

Considerata l’esiguità della superficie (130 ettari), la Riserva detiene una buona biodiversità con specie interessanti dal punto di vista naturalistico. Infatti sono presenti nelle retrodune delle specie alofite in notevole rarefazione in tutto il territorio calabrese e non solo a causa della scomparsa dei biotopi dove crescono.

Lo spettro corologico evidenzia la preminenza delle specie mediterranee con il 25% dell’intera flora (inclusive delle specie steno-mediterrane e di quelle con areale sud-mediterraneo, nordmediterraneo ecc.).

Le specie Euri-mediterrane ammontano al 23%. Sono cospicuamente rappresentate anche le specie cosmopolite (comprensive di quelle subcosmopolite) che ammontano al 10%. La componente endemica è esigua ed è rappresentata da 6 specie di cui solo una specie è un endemismo della nostra regione (Salix brutia) mentre le altre sono endemismi dell’Italia meridionale.

Per quanto riguarda Clematis viticella, che secondo Huter, Porta & Rigo (1879, Fiori, 1923-25) sarebbe una entità specifica, riportata nella checklist come endemismo, rimane un problema aperto poiché le popolazione dell’Italia meridionale, pur presentandosi con foglie e fiori più piccole delle sottospecie tipica, non andrebbero annoverate come sottospecie poiché secondo il Pignatti (1982) individui con le caratteristiche suddette si ritrovano sporadicamente nell’areale della specie.

Lo spettro biologico evidenzia la preponderanza delle terofite con il 41,5%, seguite dalla emicriptofite (28,8%) e dalle geofite (1,6%) e l’esiguità delle altre forme biologiche. Considerato che nella Riserva è ben rappresentato un contingente di specie comprese nel «Libro Rosso delle piante d’Italia» (Conti et al., 1992) è necessario limitare il disturbo antropico rappresentato da diverse forme di pressioni, come l’Ente gestore operativo da anni sta segnalando, con rapporti periodici, alle Autorità competenti, soprattutto in considerazione che le zone umide costiere sono scampoli di aree ormai relittuali.

In particolare risulta a rischio critico di estinzione Sarcopoterium spinosum e ad altissimo rischio di estinzione il Pancrazio (Pancratium maritimum) ed altre specie vulnerabili (ad alto rischio di estinzione nel medio periodo) come due Euforbie (Euphorbia paralias e E. terracina) e due Giaggoli (Iris foetidissima e Iris pseudacarus).

 

Le specie complessive presenti nelle due Riserve sono 947 e rappresentano il 36,02% della Calabria, le cui entità stimate dalla Check-list of the Italian Vascular Flora, realizzata dal Ministero dell’Ambiente nel 2005, sono pari a 2.629. Nel complesso nelle Riserve sono presenti il 12,41 % delle entità nazionali che ammontano a 7.634. Una straordinaria ed eccezionale biodiversità vegetale se si considera l’esigua estensione delle due Riserve, pari a circa 578 ettari.






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